Babyloss- Lutto in gravidanza e dopo la nascita

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Un figlio inizia a esistere dal momento in cui si diventa consapevoli di averlo concepito, da quel momento si inizia a diventare genitori di quella vita che cresce e che sconvolgerà le giornate. Il bambino è vivo e reale e attraverso le fantasia lo si accarezza, gli si parla, gli si condividono pensieri e anche paure, lo si si incoraggia. Pur non essendoci nelle sue fattezze reali, è lì, è parte della coppia che si accinge a diventare triade. Questo mondo di colori e caramelle potrebbe diventare buio e profondo, la magia non c’è più, la bolla si rompe. La perdita di un figlio è un evento estremamente doloroso e tragico per la coppia, un dolore quasi innaturale, inconcepibile per la definizione di gravidanza, dare alla vita. Il lutto perinatale, chiamato anche Babyloss, indica la morte di un figlio tra la ventisettesima settimana e i prime sette giorni dopo la nascita.

Pur affrontando le cinque fasi del lutto, rifiuto, rabbia, patteggiamento, depressione e accettazione (le fasi non sono fisse e statiche, ma sono dinamiche e vissute diversamente da ogni individuo), madre e padre vivono lo vivono da prospettive diverse, sperimentando diversi tipi di sofferenza e adottando ciascuno proprie modalità di far fronte alla perdita.

La madre, già coinvolta dalla gravidanza ad accettare il cambiamento del proprio corpo, considerando la felicità di quel che verrà, in questo caso osserva un corpo che torna a modificarsi nuovamente, dovendo far i conti con una successiva assenza. Le aspettative di accudimento, o schema di comportamento nella quale si era ormai vista, e la quantità d’amore che credeva di poter donare, si ritrovano dinnanzi ad un baratro vuoto e profondo. Un senso di vuoto non facile da accettare.

Esperienze comuni di una madre in lutto sono:

  • senso di colpa
  • pensieri di incapacità di generare una vita o di proteggerla
  • bisogno di conoscere le cause della perdita

Una madre in lutto sta nel proprio dolore, si chiude al mondo esterno e metterà in atto comportamenti di evitamento, soprattutto coppie con figli e donne in gravidanza.Per quanto il padre possa vivere la gravidanza in modo diverso, è importante ricordare che ha perso il proprio figlio, il suo dolore è intenso e forte quanto quello di una madre. L’impegno del padre è quello di far soprattutto forza alla sua partner, di starle accanto, cercando di razionalizzare in tempi più brevi ciò che è accaduto.

Anche istituzionalmente è stata riconosciuta l’importanza della consapevolezza su questo tema, il 15 ottobre è il Babyloss Awarness Day, questa giornata nasce per fare luce sul tabù di queste morti, sulla cura da destinare ai genitori e ai familiari, sulle ultime ricerche in campo medico e psicologico, sugli aspetti culturali che possono aiutare i genitori a raccontare e raccontarsi.

Un evento difficile da riuscire a superare senza poter affidarsi ad un aiuto professionale. Quando accade nella famiglia c’è un vero e proprio terremoto emotivo, dal quale ognuno con i suoi tempi e i suoi modi si risolleverà. Non c’è un modo giusto o sbagliato, ma provarci insieme è fondamentale, con rispetto l’un dell’altro, con l’accoglienza al dolore dell’altro e con l’ascolto anche del silenzio. È importante riuscire a affrontare insieme l’iter che accompagni il lutto, visite mediche ad esempio, ma anche e soprattutto trovare degli spazi per la coppia per stare insieme, per riparare, per ricostruire e per dare senso insieme alla presenza e all’assenza.

Permettersi di lasciar andare il dolore, invece, non significa dimenticare. Anzi, è attraverso i ricordi che è possibile comprendere pienamente l’evento accaduto, elaborare il lutto e simbolizzare l’esperienza.

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