Afragola: stamattina funerali del commerciante che si è tolto la vita nel Vulcano Buono

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Paolo Trimarchi, il 61enne di Afragola suicidatosi sabato scorso nel negozio dove lavorava al Vulcano Buono di Nola
Paolo Trimarchi, il 61enne di Afragola suicidatosi sabato scorso nel negozio dove lavorava al Vulcano Buono di Nola

Si sono svolti, stamattina, nella Basilica di Sant’Antonio di Afragola i funerali di Paolo Trimarchi, il 61enne che si é suicidato ieri nel suo negozio al Vulcano Buono di Nola dopo aver scritto un post di addio su Facebook. L’uomo ha compiuto il gesto estremo in uno store di abbigliamento, nel centro commerciale Vulcano Buono, poco prima delle 9 del mattino. Paolo ha inviato un messaggio attraverso i social, annunciando le ragioni dietro il suo drammatico atto, spiegando di voler porre fine alla sua vita per sfuggire al tormento delle dispute di vicinato e conseguente spirale di denunce. “Con il mio gesto estremo vorrei fare capire a tutti che non si può vivere in questo modo, preferisco farla finita, spero che qualcuno si prenda cura della mia famiglia”. Paolo Trimarchi è stato trovato senza vita, impiccato, da una collega che ha subito avvertito i carabinieri di Nola. I militari hanno ascoltato amici e parenti e sarebbe emerso che l’uomo era afflitto da una crisi depressiva per problemi economici insorti dopo un contenzioso legale con un vicino di casa ad Afragola. Nel lungo post pubblicato alcune ore prima di uccidersi l’uomo fa riferimento alle diatribe che potrebbero avere avuto un ruolo nella decisione.

La figlia, dopo il ritrovamento del cadavere, ha pubblicato anche lei un post con, in allegato, il messaggio con il quale il padre ha spiegato i motivi del gesto. “Pubblico questi screen – scrive la figlia della vittima – mio padre si è tolto la vita… disperato, questo è il suo messaggio prima di morire… Si vergognasse chi deve, il resto invito ad aprire gli occhi che non è tutto oro ciò che luccica”. “Tutto questo lo faccio – diceva il 61enne concludendo il suo post – per non commettere atti che potrebbero compromettere la vita dei miei cari, io non voglio andare in carcere, preferisco così…addio, ci rivedremo forse in un mondo migliore”. La sua sofferenza era alimentata da continue tensioni e, nella sua dolorosa dichiarazione, l’uomo ha cercato di far comprendere che nessuno dovrebbe mai sentirsi costretto a vivere in un tale stato di angoscia. Nel messaggio emerge che la principale fonte di angoscia riguardava la difficile convivenza con un locale rumoroso sotto casa ad Afragola, dove viveva, che aveva privato la sua famiglia della tranquillità del sonno notturno. Le continue turbolenze, segnalate alle autorità più volte, avevano portato a anni di battaglie legali e sforzi finanziari per cercare una soluzione. Le parole del messaggio di Trimarchi riflettevano il disagio e l’ansia che lui e la sua famiglia vivevano ogni volta che dovevano entrare o uscire da casa. La situazione lavorativa di Trimarchi costituiva un secondo peso, dato che si trovava a pochi anni dalla pensione. Pochi minuti prima del gesto, ha inviato un messaggio alla sua collega su WhatsApp, implorandola di non entrare nel magazzino e di non assistere alla scena che lo attendeva. Ma purtroppo è stata proprio lei a fare la tragica scoperta. Dopo aver aperto la porta del deposito, si è trovata di fronte al collega che si era tolto la vita impiccandosi a un’impalcatura. L’agonia di Paolo non è passata inosservata, visto che amici e parenti hanno tentato disperatamente di contattarlo non appena hanno letto il suo inquietante messaggio d’addio. Le sue parole hanno allarmato chi gli era vicino, ma sono giunte troppo tardi. Paolo lascia la moglie e due figli.

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