mercoledì, 15 Ottobre 2025

Latina, 14enne bullizzato: indagini per istigazione al suicidio

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Bullismo a scuola
Bullismo a scuola
ID Notizia: 4212

A seguito del decesso di Paolo Roberto, 14enne che si è tolto la vita giovedì 11 settembre impiccandosi nella cameretta della sua abitazione di Santi Cosma e Damiano in provincia di Latina, la procura della Repubblica di Cassino ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio. È l’ipotesi di reato su cui sta indagando la procura della Repubblica, che ha disposto il sequestro dei telefoni cellulari del 14enne e di tutti i dispositivi mobili. Secondo quanto denunciato dai familiari dell’adolescente, alunno dell’istituto tecnico informatico Pacinotti di Fondi, il giovane era vittima di bullismo e riceveva spesso insulti e offese sui social da parte di alcuni compagni di scuola. Ipotesi questa al vaglio degli investigatori che hanno ascoltato la dirigente scolastica dell’istituto scolastico che frequentava la vittima. “La scuola non ha mai ricevuto denunce. È possibile che qualche nostro alunno abbia fatto qualcosa che non doveva fare, ma di sicuro la scuola non era al corrente di questo“, così la professoressa Gina Antonetti, dirigente dell’istituto tecnico industriale Antonio Pacinotti, la scuola frequentata da Paolo. “Abbiamo fatto di tutto in questi anni: presenza dello psicologo in classe, tavoli contro il bullismo, sportello dello psicologo sia per gli alunni che per i genitori“, spiega la preside. “Non vedevamo Paolo da un mese e mezzo, quindi collegare il suo suicidio a quanto è accaduto al Pacinotti mi sembra strano. Non so cosa ci sia stato nelle scuole precedenti, ma noi, come istituto, stiamo subendo una vera e propria macchina del fango“. La dirigente precisa che il ragazzo “si lamentava soltanto del fatto che i compagni dicevano parolacce e si comportavano male. Noi abbiamo sempre agito e infatti ci sono stati interventi nei confronti di questi alunni. È importante distinguere le scuole che Paolo ha frequentato“. Gli inquirenti vogliono vederci chiaro e sono già in corso le ispezioni volute dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, negli istituti (medie e superiori) frequentati da Paolo Roberto.

La famiglia, tramite il fratello, si era rivolta al ministro e alla premier, Giorgia Meloni, in una lettera aperta denunciando che il giovane era stato vittima di bullismo. “Nostro figlio è stato un perseguitato, abbiamo sempre denunciato tutto alla scuola. Ma siamo rimasti inascoltati. Era un bravo studente ma ultimamente diceva che la scuola non gli piaceva più”, denuncia Simonetta La Marra, mamma di Paolo. “Alle elementari sono arrivate le aggressioni dei compagni e lo scherno delle maestre, alle medie il bullismo dei professori. Poi sono arrivati gli apprezzamenti al primo anno dell’istituto informatico Pacinotti. Altro bullismo, altra sofferenza. Quante volte l’ho visto piangere”, continua. “Paolo amava portare i suoi capelli biondi molto lunghi. Dopo i primi quattro giorni di scuola superiore hanno cominciato a chiamarlo ‘Paoletta’, ‘femminuccia’, ‘Nino D’Angelo’. Lo aspettavano in bagno. Prima era uno, poi sono diventati di più. Ci siamo rivolti subito alla scuola, ci hanno assicurato che l’avrebbero aiutato. Ma tutto è finito solo dopo che Paolo ha deciso di tagliarsi tutti i capelli. L’altra frase per prenderlo in giro era ‘Piccolo Principe’ perché mio figlio ogni mattina non usciva di casa se non aveva fatto la doccia”. La prima denuncia è stata presentata in quinta elementare. “Ci siamo rivolti ai carabinieri perché un compagno ha puntato contro nostro figlio un cacciavite in plastica, diceva che lo doveva ammazzare. E la maestra non è intervenuta. Noi eravamo genitori molto presenti nella vita scolastica di nostro figlio e questo dava fastidio. Tutte le altre sono state denunce scritte e verbali agli istituti, ma non facevano niente”.

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